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(11.09.2008)

Seconda guerra tra i browser; pace tra gli utenti - di Marco Guastavigna

Sono tra coloro che si sono precipitati a scaricare Google Chrome, nuovo browser per Internet.

Né potevo esimermi dal provare la beta di Internet Explorer 8.

Quotidianamente - per altro - uso Firefox Mozilla, anche sul mio Mac.

Dopo quella dichiarata a  Netscape - erede di Mosaic - da Microsoft, sembra insomma essere cominciata una nuova guerra tra i programmi di navigazione su Internet. Dobbiamo farci coinvolgere, schierandoci al fianco di qualcuno o di qualcosa?

In questo contributo non discuteremo né di quote di mercato né di sicurezza e privacy, come molti hanno fatto in questi giorni e in genere fanno affrontando l'argomento browser. Parlerò piuttosto di ciò che mi ha colpito di più sul piano immediatamente empirico e cercherò di trarre qualche conclusione con valore generale.

 

Comincio da Internet Explorer 8, per altro corredato di una serie di video che ne spiegano le maggiori novità. La caratteristica che mi ha più interessato sono gli Accelerators: si tratta di funzionalità rapidamente accessibili con un click del tasto esterno del mouse da una pagina o da una selezione di essa, riferite (per ora?) a cinque categorie di attività ormai tipiche dell'interazione sul web: Invio di posta (Send), Consultazione di Mappe (Map), Traduzioni automatiche (Translate), Lettura di enciclopedie (Define) e  Blog.

Al momento dell'installazione del browser viene data preferenza ai prodotti e agli ambienti Microsoft, ma l'utente può modificare le impostazioni ricorrendo a opzioni alternative (ad esempio Wikipedia anziché Encarta o Gmail al posto di Windows Live Mail e così via).

 

Per quanto riguarda Google Chrome, sono stato colpito - come tutti, credo - dalla possibilità di costruire una scorciatoia sul mio desktop, nel mio menu Start o sulla barra di avvio veloce (per adesso il browser funziona solo con windows) a pagine web a mia scelta. In questo modo mi basterà cliccare due volte sull'icona realizzata per arrivare direttamente sul sito scelto.

Ho giocato con questa possibilità e per ora ho attivato scorciatoie al mio sito personale, alla mia casella di posta Gmail, a Google documenti, a Repubblica online, alla Rassegna stampa sulla scuola che consulto tutti i giorni. Un vezzo narcisistico, quindi, e due tipologie più significative accesso all'informazione e, soprattutto, utilizzo di applicazioni residenti in rete.

A proposito di quest'ultimo aspetto, non è un caso che in ambiente Firefox per Windows fosse da tempo disponibile Prism, destinato anch'esso a trasformare in applicazione richiamabile direttamente una pagina web.

Tutti e tre i browser più diffusi, insomma, sono accomunati dall'esigenza di venire incontro alle esigenze di semplificazione delle procedure e di velocizzazione delle diverse attività che il web con connessione veloce consente ormai a quegli utenti che hanno fatto dell'uso della rete una pratica quotidiana e ordinaria.

Firefox e Chrome, inoltre, indirizzano verso un uso della rete totalizzante, che prescinda il più possibile non solo dal sistema operativo, ma anche dalla necessità di avere installate sul proprio calcolatore particolari (e spesso costose) applicazioni. E questo non può far piacere a chi appunto vende specifici sistemi operativi e/o specifiche applicazioni. 

Sono in ballo, insomma, due modelli abbastanza diversi di uso e di implementazione delle tecnologie digitali, per di più in termini molto generali.

Da bravo e cocciuto pacifista, starò quindi a vedere come va a finire, convinto che la consapevolezza degli utenti saprà evitare fanatismi, dogmi e inutili spargimenti di bytes al di fuori delle corporation.

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